| | | I ritrovamenti risalenti all'età del bronzo, del ferro e all’epoca romana non bastano a dimostrare che la Valposchiavo fosse già allora abitata stabilmente. Fino al 1200, la storia della Valposchiavo rimane oscura. Si sa che verso la fine dell’800 la pieve di Poschiavo appartiene all'abbazia parigina di S. Dionigi e che la valle dipende dalla diocesi di Como.
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Nei secoli seguenti, sia la città di Como sia il vescovo di Coira tentano di estendere la loro influenza sulla valle.
Nel 1408 la Valle aderisce alla lega Caddea. L’età moderna è caratterizzata dalla conquista della Valtellina da parte delle Tre Leghe e dalla predicazione riformata che, soprattutto nella Valposchiavo, raccoglie grande consenso. Nel 1620 in Valtellina scoppia la rivolta contro i Grigioni: sono dapprima i riformati valtellinesi, e in seguito quelli valposchiavini, a farne le spese. La peste del 1630, la persecuzione delle streghe fino al 1753 e l’annessione della Valtellina alla Repubblica Cisalpina segnano un lungo periodo di crisi. Nel 1803 la Valposchiavo entra a far parte della Confederazione e riacquista slancio e dinamismo. Si apre a nord con la costruzione della strada carrozzabile del Bernina; Brusio e Poschiavo si separano in due comuni autonomi; la gente emigra in cerca di fortuna e ritorna con nuove idee e buone possibilità finanziarie. All'inizio del 20° secolo la Valposchiavo si trasforma: nel 1904 nascono le Forze Motrici Brusio, dal 1906 al 1910 si costruisce la Ferrovia del Bernina, che collega Tirano in Valtellina con St.Moritz in Engadina. La società poschiavina lentamente si trasforma: nel Brusiese la vicinanza del confine favorisce i rapporti commerciali; fino agli anni '70 si pratica il contrabbando. Il turismo, soprattutto nell’alta valle, diventa un fattore economico di primo piano. »» Società Storica Val Poschiavo 
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